Mario Iaione si interroga sul senso dell’essere al mondo | Mario Iaione Scultore
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Mario Iaione si interroga sul senso dell’essere al mondo

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Mario Iaione si interroga sul senso dell’essere al mondo, quindi sul meccanismo che sovrintende alla costruzione dell’identità. Le sue opere sono “immagini”, trasfigurate plasticamente e splendidamente, pezzi di un incubo, visioni, intraviste su uno specchio in frantumi. Le lacerazioni e le prigioni dell’io, rivelate mirabilmente dalla sua scultura, mettono in scena la tragedia vissuta da ogni individuo. Questa condizione, ancorché sublime, é, irrimediabilmente, coscienza della separazione dal mondo, consapevolezza della finitudine, e quindi ineluttabile disagio, sofferenza, dolore. Ma, questa lacerazione originaria, questa frattura primigenia, terribilmente umana, é anche una finestra aperta sull’infinito e sul mistero della vita. Il gesto estetico di Iaione è tangibilmente violento, brutale, come può esserlo, da sempre, qualsiasi rappresentazione che faccia seriamente i conti con il reale. Eppure questo discorso, così tecnicamente efficace, chiaro, concreto, esplicito, non rinuncia a farsi meta-discorso, ad evocare domande profonde, sulle molteplici facce dell’arte, sulla sua energia emozionale, sull’elemento “spirituale” che da essa promana e dal quale essa, da sempre, trae alimento.
Luigi Caramiello